
Tutti pazzi per il vinile
Diverse case discografiche hanno, negli ultimi anni, avallato il ritorno del vinile. Molti cantanti e musicisti hanno infatti proposto i loro album anche in formato microsolco, per nostalgici ed appassionati.
Dopo l’avvento delle musicassette prima e del compact-disc poi, il vinile era stato accantonato in favore di tecnologie più moderne ed ecosostenibili, come gli mp3 e la musica in streaming.
Ma a metà degli anni Duemila, il disco è tornato prepotentemente alla ribalta. Un ritorno che nel 2016 è stato salutato con ben 13,6 milioni di vendite fatturate solo nel Regno Unito; 13 erano invece i milioni di dischi che nel 2014 sono stati acquistati negli USA, e che si traducono in un ″sentimento irrazionale″, come ha ben descritto Tracey Thorn, meglio conosciuta come cantautrice degli Everything but the Girl.
Per chi ama il sound, infatti, il ritorno del vinile non è altro che naturalezza e calore. Il disco è un piatto in PVC che viene inciso per la registrazione dei suoni, e questa riproduzione, meccanica ed analogica, crea delle vere e proprie ″distorsioni″, fruscii e leggeri crepitii che arrivano dritti al cuore.
Un prodotto da collezione, insomma, ma che ha anche la caratteristica di offrire un suono migliore ad una vasta audience. Il 45 giri più famoso della storia è “Do I Love You” di Frank Wilson, che è stato venduto per ben 20mila sterline; seguito a ruota da un 33 giri in limited edition: “Yesterday and Today” dei Beatles.
Ma le aziende che li vendono non sono tante e ancor meno sono quelle che li producono. Appassionati e sostenitori hanno così consentito la nascita, o per meglio dire, ri-nascita, di alcuni dei più famosi successi del passato in formato vinile, riproposti grazie all’uso delle nuove tecnologie: dagli Iron Maiden a Jimi Hendrix, da Lou Reed a Nick Cave passando per Funkadelic e Duke Hellington.
Oltre infatti ai classici rock e jazz, oggi si possono ascoltare successi contemporanei di pop, folk e di elettronica, come The 1975, Radiohead e Sufjan Stevens, in formato 12″, 10″ e 7″; un regalo che ha permesso di aumentare i numeri dei giri al minuto per singoli ed LP.
Perché la sua forza è la sua particolarità. Particolarità che negli ultimi anni, ha fatto guadagnare al vinile quasi il 30% del solo mercato europeo e che è stato festeggiato, il 21 aprile 2018, con il Record Store Day, una giornata dedicata al disco, con eventi e sconti. In Italia, il 2017 ha segnato il passo, registrando un trend positivo che ha portato nuovamente, sotto la luce dei riflettori, musicisti e cantanti, indimenticati, che hanno fatto parte della storia degli anni Settanta: Mina, Celentano, Lucio Battisti; ma anche Pink Floyd, Led Zeppelin, Queen e Beatles. Nello stesso periodo, Sony ha annunciato la chiusura del suo stabilimento in Indiana, comunicando così, per sempre, l’addio al CD.
Le proiezioni dei prossimi 10 anni prevedono che il vinile continuerà a crescere e a vendere. Dopo aver dimostrato di non essere solo un pezzo di storia, una ″cosa per vecchi″, da ricordare con nostalgia, potrebbe ben presto diventare la colonna portante del mercato musicale. Ben 6 milioni, dei dischi venduti negli Stati Uniti nel 2015, sembrerebbero infatti essere stati acquistati dai giovani sotto i 25 anni.
Il ritorno del vinile ha segnato quella che potremmo definire un’inversione di tendenza anche nello stile e nel design: oggi, dischi e giradischi sono un vero elemento d’arredo, in grado di trasformare la struttura e il mood di una stanza. Un piacere che ci si vuol concedere quando si è soli, ma anche un’occasione di socialità, che riporta subito, alla mente, le serate danzanti anni Quaranta e i dinner party degli anni Cinquanta.